giovedì 28 gennaio 2010

Cantus firmus - un frammento sulla sua anima


Caravaggio - Maddalena in estasi 

Non dico il mio canto se non è colmo del suo
(Adonis - Cento poesie, Guanda)


Chi di te parla,
sempre esegue
una variazione sul tema
dei tuoi occhi.

Quasi essi mi distolsero
dal tuo vero tu;
ma la voce che odo
è visione.

Tra le parole dissonanti della folla,
sei la sola anima
che mantiene fermo il proprio canto


[Jonathan S. Benatti - 28 Gennaio 2010]

 



martedì 19 gennaio 2010

(In)Definizione - un altro vocalizzo (per trovare le parole)



    H. Cartier-Bresson - Trafalgar Square on the day
George VI was crowned: London 1938



Non ho fuoco per questa carcassa
se non quello delle parole
(Adonis - Cento poesie d'amore, 92)


Ogni tua parola
un annale,
precisa storiografia
d'un dolore che non vorrei
fosse narrato ai giorni
che ancora ci saranno concessi.

Combatto il pensiero
che i capitoli della nostra vita
siano soltanto una formalità,
prendere atto
di ciò che fu
e di ciò che l'incarnazione
degli atti quotidiani
ripete:
un libro già scritto
letto passo dopo passo,
pagina per pagina.

 E l'impedimento
alla nostra naturale inclinazione
di sbirciare la conclusione
per troppa ansia di sapere
l'esito:
non d'una vita;
di questa vita.

Ci siamo consegnati alla possibilità.


Non v'è luogo stabile
in questa categoria;
eppure rimane la piccola scintilla
che anche il nulla
di cui mi fai dono
sia contenitore
di qualcosa.

[Jonathan S. Benatti - 19 Gennaio 2010]

lunedì 18 gennaio 2010

Perchè io mi dimentichi - sehnsucht mattutina


A. Canova - Venere e Adone



*******: mia gioia; mia pena.
Un vocalizzo perchè io impari il suono.

Mi dicono che queste parole che scrivo per te
non sono un sogno bello di arte divina.

(C. Pavese - Mi dicono, da Prima di Lavorare Stanca)

Vorrei che le tue mani
racchiudessero
il mio viso
escludendo ogni altra visione.

Vorrei che le tue mani
racchiudessero
il mio viso
aprendo lo spazio
del tuo cuore.

Dal primo gemito emesso
la mia vita fu scritta
al condizionale:
un anelito
che tutto vuole afferrare
nei territori definiti
del tuo corpo.

Una carezza, una ancora:
perchè io mi dimentichi
in te.

[Jonathan S. Benatti - 18 Gennaio 2010]

giovedì 14 gennaio 2010

Anche le parole hanno bisogno del silenzio - alcuni promemoria



 J.H. Füssli - Il Silenzio




A N.C. tedofora dalla lucente fiaccola


In fondo al crepaccio dei tempi [..] 
attende, un cristallo di respiro,
la tua immutabile testimonianza.
(P. Celan - Atemkristall, La svolta del respiro)


I

Se usi le parole come fuochi d'artificio
la loro durata avrà giusta proporzione.


II

Le parole non nascono dalla bocca
ma dall'orecchio.

III

Lo scopo non è soddisfare
le aspettative
ma persistere nelle vibrazioni.
Un diapason il poeta.

IV

Si devono scordare del tuo nome.
Un giorno tu non sarai più;
la vita invece continua
e con essa il verbo:
sempre nuovo, sempre uguale.

V

Lascia che la vita ti ossessioni
nel suo ridondare;
Le tue parole
non siano pietre scagliate
o battere di martello.
Osserva:
I fiumi s'ingrossano
quando muta la neve si scioglie;
Il suolo si trasforma
al suono perseverante
di lievi gocce di pioggia.

VI

L'appagamento dell'istante
inganna.
Il pensiero di ciò che non ha fine
sgomenta,
eppure educa alla vita.

VII

Non disconoscere mai
di aver imitato e copiato
il genio di chi ammiri.
Sarebbe un vanto sciocco
non confessare
che la tua parola abbia
la loro impronta.

Scrivere è sempre un debito.

Non cercare mai di essere
come chi ammiri.
Il canto del coro:
unico il timbro d'ogni voce.

Scrivere è il rischio d'unirsi alla polifonia.


VIII


Vigila affinchè
anche una congiunzione
sia bagnata nel sangue.

IX

Fermati se non hai nulla da dire.
C'è chi teme il silenzio
dalla voce inesorabile,
e colma il mondo di cacofonie.
Il rumore è il requisito
per diventare sordi.

X

Vivere, scrivere, parlare
Dal cuore della fragilità.

[Jonathan S. Benatti - 14 Gennaio 2010]

martedì 12 gennaio 2010

Da quando t'ho conosciuta, impercettibile idilio?




Al solo immaginare che mi annusi
come una preda, mi sgomento molto

(N. Vaghenas - Ode alla tigre)

Il mio parlare
è diventato
una matita spuntata.

Sul foglio
alcune tracce che necessitano
d'esser lette controluce

E un solco.

La mano calca decisa
un'ultima curva:
Un segno che ti scalfisca.


La speranza è una malattia terminale.


[Jonathan S. Benatti - 12 Gennaio 2010]

lunedì 11 gennaio 2010

Prima del nulla



Foto: Jonathan S. Benatti - Insonnia



One clear night while the others slept
(M. Strand - Black Sea)



Non dormo più:
temo di chiuder gli occhi
in un sonno che potrebbe
distogliermi dall'ossessione.

Soffrire per sapersi vivi:
l'ultima roccaforte
prima del nulla.

[Jonathan S. Benatti - 11 Gennaio 2010]

giovedì 7 gennaio 2010

Anche l'amore è una reliquia



Chateau de Versailles. Yvelines 1975 -Elliot Erwitt


...una relazione con ciò che si sottrae per sempre.
 (E. Levinas - Il tempo e l'altro)


Le reliquia di ciò che siamo:
tu sindone
e io
stanco pellegrino
che presta visita
alle tue sembianze.


[Jonathan S. Benatti - 7 Gennaio 2010]

venerdì 1 gennaio 2010

Parole dall'oscurità


Johann H. Füssli - Solitudine all'alba





E' questa la via attraverso la foresta, 
questo sentiero?
(R. Robertson - The Lake at Dusk, Esitazione)



Pagherò il prezzo di questo inferno
se più nitida sarà la visione degli astri.



Abbellire le proprie paure.
Mettere piante di geranio
sul balcone che s’affaccia
al nulla.



Nella persistenza del silenzio
Vana la parola che segue:
Tutto già pronunciato molto tempo prima.



Fuggire da ciò che è stato,
possiede un’affascinante futilità:
aliena.
Il passato almeno,
offre un luogo di partenza.


Non fare di ciò che sei la tua dimora;
abita il divenire.



Mi rivolgo al tu generico
con verbi di speranza
e suppliche.
Non sapendo dare un volto
continuo a tenere accesa una piccola candela:
che mi avverta qualche istante prima
del suo arrivo,
che faccia terminare le mie incessanti congetture.



L’audacia di essere fragili
Non solo nella parola
Ma nella carne.
Insegnare che anche un fiore
Può uccidere.



Vengono accusati i sognatori
di creare illusioni
per non affrontare la vita.
Canzonati con
antichi ritornelli,
consegnati
al tradimento dell'ammirazione.
Eppure il presupposto dell’immaginazione
è la conoscenza della realtà:
in questo modo soltanto si evita l'errore
di sperare un mondo simile al precedente.
Ditemi, chi si illude?



Sbattere la porta violentemente
dietro alle proprie spalle.
Serrare accuratamente le finestre.
Spegnere ogni luce.
Sedersi sulla sedia al centro della stanza.
Permettere alle voci di parlare fino allo sfinimento
Delle membra.
E poi, intonare un canto flebile,
come un bambino che così trova
il coraggio di affrontare gli spettri
celati nel buio.



Continuare a tracciare linee azzurre
Sul nero affamato di colori
È il principio della rinascita.
Praticare liturgie occasionali,
senza senso apparente:
gettare petali sul mare,
attraversare la città sotto la pioggia,
Farsi scalfire dalla vita.



Finchè ci sarà qualcuno che fischia
un motivo stonato mentre cammina,
io potrò scrivere,
sorridendo persino al dolore.



[Jonathan S. Benatti - Notte del 31 Dicembre 2009 - 1 Gennaio 2010]

Scene di un duello mortale (Venti piccoli atti senza pretese)


J. Vettriano - The road to nowhere




Canterò le mie battaglie - io esausto e sconfitto
glorificherò il loro terrore e dirò con voce di sangue
.
(Adonis - Cento poesie d'amore, 51)




I

Immergo il viso nei tuoi capelli.
(Un altro sciocco esperimento
Di fantasia):
Fingere di affondare in loro
per risorgere alle tue labbra.


Vedere il cielo nuovamente
respirare l'aria
che prima mancava.


II

Separati dagli anni,
in un giorno consumiamo la vita.


III

Ti ho portato nel mio santuario.
E tu, iconoclasta,
ne hai profanato il silenzio
custodito per lungo tempo.
Te ne sono grato.
Ora non temo d'udire.


IV

Fra le tue braccia
ho avvertito la pienezza della solitudine.
Anche il solo tentativo d’un amore
Conduce alle ferite.


V

Pensare
e studiarsi attentamente.
Cosa fare, Cosa dire.

Improvvisamente
cerchiamo di annegare
Ognuno nell’altro.


VI

Con furia.
I baci, l’impeto delle mani.
Poi l’improvvisa bonaccia
Delle carezze, delle parole.


VII

Mi battezzi nel fuoco
Con nomi consueti.
Tremo nel dire il tuo nome.
Esso apre la voragine
Del mio nulla.


VIII

Il tuo volto mi pone domande;
risposte
Alle mie ossessive inquisizioni.


IX

Mentre camminavamo
Ho cercato l’assenza della luna
nella luce
di un lampione.
Il tuo profilo
Ha reso autentico ciò
Che per natura è
Imitazione.


X

Una gesto ancor più estremo
come pegno:
dirmi.


XI

Non giocare con il fuoco -
Ma, così soltanto,
Possederemo l’immagine
Che gelosamente celiamo.


XII

Scrivevi il mio nome sui muri.
Il bianco che hai scalfito tornerà
In qualche modo bianco.
Io porto
oggi
quei segni.



XIII

Mi riprometto di odiarti
Ogni volta che la mia idea di te
Non coincide con la tua idea di me.
Anche questo è un modo elegante
per fuggire dalla possibilità.
Di tante parole che pronunci
Scelgo sempre di soffermarmi su quella oscura;
Ulteriore pretesto per non farmi coinvolgere.
La mia storta logica
d’amore.



XIV

Ti offri con la levità
Di mani congiunte.
V’è qualcosa di sacro in ciò,
mistero alla mia arida ragione.
Perché non posso esserti lontano?



XV

Mi convinco
D’essere soltanto un gradino
Nella tua vita
e benedico la disillusione,
anestetico pietoso.

A nulla vale il mantra ripetuto:
Una voce più ostinata
prega
d’esserne l’ultimo.



XVI

Non so opporre alle tue parole
Barriere che mi proteggano.
Ogni tua sillaba
Rivela la mia nudità.



XVII

Gli strateghi consigliano prudenza.
(Non potrei mai condurre un esercito in battaglia).
L’inquieto spirito di cui mi animi
Mi costringe.
L’amore non nasce in trincea.



XVIII

La tua bellezza di farfalla
È la mia pena,
La mia delizia.
Disegni traiettorie
Imprevedibili
E sempre scappi alla mia presa.
Eppure non voglio consegnarti a una teca di vetro.
Bramo l’ebbro danzare con te;
fosse anche per tre giorni.



XIX

Paura di affidarti il mio dolore.
Non lo faccio dunque, ogni volta che
Stringo il tuo corpo?
Respiro affannato mentre mi appoggio al tuo seno.
Non cerco un riparo dal passato
nemmeno d’assicurare un futuro.
Caldo di labbra pronuncio
Il più rischioso degli enunciati:
folle volerti.



XX

Tanto dire e tanto parlare
- il lungo preambolo del desiderio.
Finiti i baci,
esaurite le carezze,
scoperta ogni nudità,
trovare l’ultimo fremito
nell’attraversare una strada cittadina
con le nostre mani unite.


[Jonathan S. Benatti - 30 Dicembre 2009]