martedì 8 dicembre 2009

Immagini sparse


" שְׁנֵי שָׁדַיִךְ כִּשְׁנֵי עֳפָרִים, תְּאוֹמֵי צְבִיָּה, הָרוֹעִים, בַּשּׁוֹשַׁנִּים" (Shir Hasshirim 4:5)

Ti ho vista, non so se in sogno
o se in ricordo.
Tu sei
(la mia pelle ha memoria).
Forse sogno, ricordo, vita
sono medesima cosa.


I

Il tuo collo odoroso.

II

porti le mani alla testa
raccogliendo i capelli come fossero acqua.
Lasci che sgocciolino fra le dita
poi li fermi con una farfalla,
e schiudi la visione
affinchè io ami la tua nuca.

III

una maglia turchese legata
ai tuoi fianchi con un esile filo turchese
rivela la forma perfetta dei tuoi seni.

IV

Hai tolte le scarpe (una t'ha ferito
il tallone, con pungente piaga).
Ti sdrai.
Mi chino e accarezzo il dorso dei tuoi piedi,
stesi, affusolati,
come sempre pronti a un passo di danza.

V

Ti cingo con le mani, salde sulle anche.
"Donna..." dico sottovoce. Ridi,
pensando sia antico modo di parlare,
un refuso patriarcale.
"Donna..." ripeto.
Capisci allora che intendo, serio,
il noto verso di Petrarca:

colei che sola a me par donna.

E ci attardiamo
nel primo bacio del mondo.

[Jonathan S. Benatti - 7 Dicembre 2009]

5 commenti:

natàlia ha detto...

mi piace moltissimo.

Jonathan Simone Benatti ha detto...

Natàlia, di cui ho una stima sconfinata e verso cui provo un'ammirazione altrettando grande per il tuo poetare, questo commento mi riempie di una indescrivibile gioia. Perchè l'italiano ha solo il grazie per veicolare la riconoscenza? Vorrei vedessi il mio viso ora, sorridere inebetito, gioioso. Grazie e grazie ancora.

natàlia ha detto...

hey! mi fai sentire una vecchia verseggiatrice... eccheccavolo, sono una qualunque!
un abbraccio, n.

Jonathan Simone Benatti ha detto...

No Natalia, non sei una qualunque, devo dissentire e mi vorrai scusare per questo. I tuoi versi parlano di una persona che, come direbbe maestro Kierkegaard, è dotata di "singolarità". Adoro sentire pulsare la vita nei tuoi versi, adoro la dimensione intima e personale che diviene al contempo collettiva nelle tue parole. E lungi dall'essere semplici lusinghe, parlo di "ciò che sento, non di ciò che si dovrebbe dire" Un abbraccio a te, J.

Anonimo ha detto...

credimi, io scrivo perché mi piace e solo quando sento la necessità di farlo, non sono nessuno nel mondo della poesia, un granellino di sabbia ...
le tue parole mi fanno piacere, molto piacere, perché è bello sentire che si riesce a "comunicare" attraverso ciò che si scrive ed é bello averti conosciuto.
grazie, nat