venerdì 25 dicembre 2009

Esperimento di vita





Se in me è quella voglia di cercare che spinge le vele verso terre non ancora scoperte [..] laggiù lontano splende per me lo spazio e il tempo.
(F. Nietzsche - Così parlo Zarathustra)


Vi sono due categorie di uomini:

Quelli che siedono sulla nostra barca
fra tempeste
(essi vivono il mare come noi lo viviamo,
sebbene ognuno abbia sue acque)

e

Quelli che, una volta marinai,
ora urlano messaggi attraverso la radio,
da terra
(inconsapevoli che anche il suolo sia enorme zattera su distese di magma)

Cosa trasformi un uomo in voce meccanica
non me lo spiego.

Io navigo.

[Jonathan S. Benatti - 25 Dicembre 2009]

4 commenti:

rosalba falzone ha detto...

Io sono tra coloro che navigano tra le onde, pur non sapendo dove giungerò. Gli altri, dalla voce metallica, non li sento.. Mi sembra di essere quasi arrivata, ma il naufragar m'è dolce nel mare dell'essere. E' bella, amico carissimo

rosalba falzone ha detto...

il nostro è stato un incontro fortiìunato. grazie delle tue belle parole e dei tuoi doni. Musicali e altri.

Anonimo ha detto...

beh la voce meccanica è data spesso dall'aridità di chi "metallizza" le proprie emozioni..oppure di chi non le prova...e non sempre è una condzione obbligata..a volte per scelta difensiva dalle delusioni o dalla rudezza della vita...

mima

Ladyhawke ha detto...

a proposito dell'essere naviganti..c'è una canzone di ruggeri!(che forse ha poco a che vedere con questo tuo scritto..ma forse..no. e poi è così carina che un ascolto non fa male!http://www.youtube.com/watch?v=YXJKNkfk6q8)

"segui la stella che è dentro di te..e naviga!"